Prima dell’arrivo del bebè tutti i genitori concordano su un’unica regola fissa: il piccolo non dormirà mai nel letto matrimoniale! Basta averlo tra le braccia e sentirne il profumo per non riuscire a resistere alla voglia di trasgredire la regola. Così un po’ per ragioni di comodità, è più facile allattare e vigilare sul suo sonno se dorme tra mamma e papà; un po’ per il desiderio di coccolarlo in ogni istante, gli ultimi arrivati si insediano irrimediabilmente nella camera da letto dei genitori!
Ma questa è una buona abitudine? Qual è il parere degli esperti? E le esperienze degli altri genitori?
Cosleeping: impossibile resistere al lettone di mamma e papà!
Uno dei ricordi più belli e teneri dell’infanzia è il risveglio nel lettone di mamma e papà. L’abitudine di dormire nel letto matrimoniale durante il primo periodo di vita è legata a ragioni di comodità.
Il piccolo quando ancora allatta è una dolce presenza nel lettone e una comodità per la madre che non deve spostarsi al momento della poppata. Anche per il bebè avvertire la presenza e la vicinanza dei genitori è rassicurante e può addirittura favorire il sonno. Il piccolo fagottino prima invitato dai genitori conquista di diritto un posto che mantiene fino a 3 anni. Molto spesso i genitori si impegnano ad abituarlo ad addormentarsi nella culla credendo di favorire un carattere indipendente e autonomo. Ma è una buona abitudine?
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Gli esperti non sono affatto d’accordo. Per un neonato dormire nel lettone dei genitori è un’abitudine sana e naturale che non incide negativamente nello sviluppo della sua personalità. Il cosleeping, termine inglese che designa l’abitudine di condividere il letto con i genitori, è un fenomeno diffuso nei paesi occidentali e apprezzato da psicologici ed educatori.
Verso i tre anni il piccolo è in grado di capire che adulti e bambini hanno bisogno di spazi personali e in maniera giocosa si può organizzare il trasferimento nel lettino. Il cosleeping è un’abitudine che aiuta a formare una personalità sana, calma ed equilibrata.
Ad ognuno le sue abitudini
“Si impara ad essere genitori solo sperimentando”
Organizzare il sonno come molte altre attività della vita della nuova famiglia è una vera sfida, si impara ad essere genitori solo sperimentando. Anche le abitudini del sonno sono legate alla personalità del bambino e all’atmosfera della famiglia.
Molto spesso i genitori ritengono che i bravi bambini dormano tutta la notte mentre la mancanza di sonno è avvertito come una cattiva abitudine. In realtà, come per gli adulti, anche i ritmi di sonno dei più piccoli sono legati a fattori imponderabili. Ci sono piccoli che dormono a lungo e serenamente e rivendicano molto presto la propria indipendenza e altri che proprio non riescono a rinunciare alle coccole e alla condivisione dei momenti che precedono la nanna o a svegliarsi ripetutamente durante la notte alla ricerca dei genitori. Allora letto condiviso o diviso?
Tocca sempre ai genitori trovare la modalità giusta per vivere con serenità il distacco dal lettone e le abitudini più adatte.
Qual è l’abitudine giusta per i genitori?
L’arrivo di un bambino modifica radicalmente le dinamiche della coppia: diminuiscono i momenti da condividere e gli spazi per coltivare il rapporto amoroso. Talvolta mamma e papà dimenticano la loro condizione di sposi e amanti e si concentrano nel ruolo di genitori. Per alcune coppie l’intimità della notte resta un tabù, altre sono più flessibili.
Il piccolo nel lettone non intralcia il benessere della coppia se la scelta di ospitare il piccolo è condivisa da entrambi i genitori. Qual è la tua esperienza? Condividila con gli altri genitori.
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